è una tecnica di
esplorazione funzionale che
consente di misurare la
resistenza nasale al
deflusso dell’aria. Il
principio fisico impiegato è
quello della relazione
pressione-flusso che
permette di calcolare una
resistenza, misurando un
flusso e una differenza di
pressione tra due punti
nella fossa nasalei
Le tecniche utilizzate
prevedono una misurazione
anteriore e posteriore di
questo valore.
TIPOLOGIE
La Rinomanometria
anteriore (più
semplice per cui più
utilizzata) prevede la
valutazione dei valori pressori a livello marinare
(maschera per la narice che
“respira” e cerotto forato
che chiude la narice
“passiva”. Sia la narice
aperta che la chiusa sono
ambedue collegate ad un
pneumotacografo per ottenere
il delta P)
La Rinomanometria
posteriore prevede
un sondino in orofaringe con
bocca chiusa e la mascherina
con entrambe le narici
pervie.
Ne consegue che la
Rinomanometria anteriore
permette lo studio delle
resistenze per singola fossa
nasale, mentre la
Rinomanometria posteriore ha
come risultato la resistenza
totale.
La Rinomanometria può essere
attiva, in questo caso il
paziente respira
normalmente, o passiva dove
si insuffla aria nelle fosse
nasali con il paziente in
apnea.
La tecnica normalmente usata
è la 
Rinomanometria
anteriore attiva che
permette di ottenere un
grafico su un quadrante dove
l’ascissa rappresenta il
gradiente pretorio (deltaP)
mentre l’ordinata il flusso
I quadranti I-III sono usati
per la fossa nasale destra,
mentre i quadranti II-IV per
la sinistra.
La fase inspiratoria è
rappresentata nei quadranti I-IV, quella espiratoria nei
quadranti II-III.
Ottenuti i valori “basali”
respiratori per fossa
nasale, è possibile
completare l’indagine con
stimolazioni specifiche
delle mucosa (farmaci,
stimolazioni termiche,
misurazioni posizionali) o
specifiche (allergeni).
Si ottengono così precise
informazioni che, collegate
al test di collassabilità
valvolare, indicano i più
opportuni trattamenti medici
e/o chirurgici delle stenosi
nase.